Carta di vulnerabilità dell’ambiente marino del Golfo di Trieste: il colore porpora indica una maggiore antropizzazione mentre il colore verde indica una maggiore naturalità.
By Mariangela Pagano, Michele Fernetti, Martina Busetti, Mounir Ghribi, and Angelo Camerlenghi.
The Gulf of Trieste, is a shallow semi-enclosed sea of about 500 km² in the northeastern part of the Adriatic Sea. The coastal and marine areas of the Italian region Friuli Venezia Giulia, which borders most of the Gulf of Trieste, are subject to significant pressure from human activities, especially in terms of maritime traffic, ports, industry, fishing and tourism. But they are also characterised by natural areas of high environmental value. We wanted to understand the human impact on these coastal and marine areas in order to better inform sustainable management.
To carry out the analysis, we collected a range of anthropogenic (human) and environmental data, from which we produced a series of indicator maps. By combining the various indicators, we created two subsequent maps: the seabed vulnerability map and the marine environment vulnerability map in the area as a whole. The analysis has highlighted areas with different degrees of environmental vulnerability due to human development and identified the most critical areas in the Gulf of Trieste with high anthropogenic pressure. Both maps show that human impacts affect large areas of the seabed and marine environment, while those with minimal or non-existent impacts are very limited and are related mainly to areas with high levels of existing protection and conservation.
The seabed vulnerability map shows that the biggest problems are related to discharge of dredging sludge, mollusk fishing with dredgers and turbo blowers, and anchoring boats. Furthermore, the presence of anthropogenic elements on the seabed can damage the natural environment and even permanently alter the natural shape and structure of the seabed. The marine environment vulnerability map shows that ports, urbanisation, industrial activities, maritime traffic and fishing pressure affect the entire study area.
The vulnerability maps are a useful analytical tool to identify the most critical areas where possible actions can be planned to maintain a healthy and sustainable productive marine environment and to manage and resolve the conflicts between economic development and environmental health.
L’impatto antropico nell’ambiente marino del Golfo di Trieste
Il Golfo di Trieste è un bacino semi-chiuso e poco profondo di circa 500 km² situato nella parte nord-orientale del Mare Adriatico. Le aree costiere e marine del Golfo di Trieste, delimitato a nord e ad est dalla regione Friuli Venezia Giulia, sono soggette a una notevole pressione antropica, soprattutto in termini di attività portuali e industriali, traffico marittimo, pesca e turismo, ma sono anche caratterizzate da aree naturali di elevato valore ambientale. L’obiettivo del nostro studio è l’analisi dell’impatto antropico su queste aree costiere e marine per contribuire ad una gestione sostenibile. Per effettuare l’analisi, abbiamo raccolto una serie di dati antropogenici e ambientali dai quali abbiamo prodotto una serie di mappe di indicatori. Combinando i vari indicatori, abbiamo creato due mappe: la mappa della vulnerabilità del fondale marino e la mappa della vulnerabilità dell’ambiente marino nel suo complesso. L’analisi ha evidenziato aree con vari gradi di vulnerabilità ambientale dovute allo sviluppo antropico e ha individuato nel Golfo di Trieste le quelle più critiche ad elevata pressione antropica. Entrambe le mappe mostrano che l’impatto antropico interessa vaste aree del fondale marino e dell’ambiente marino, mentre gli impatti minimi o inesistenti sono molto limitati e relativi principalmente ad aree con elevati livelli di protezione e conservazione. La mappa della vulnerabilità dei fondali indica che i maggiori problemi sono legati allo scarico dei fanghi di dragaggio, alla pesca dei molluschi con draghe e turbosoffianti e all’ancoraggio delle imbarcazioni. Inoltre, la presenza di elementi antropogenici può danneggiare l’ambiente naturale e anche alterare in modo permanente la morfologia e la struttura naturale dei fondali. La mappa della vulnerabilità dell’ambiente marino dimostra che anche le attività portuali, l’urbanizzazione, le attività industriali, il traffico marittimo e la pressione della pesca influiscono su tutta l’area di studio. Le mappe di vulnerabilità sono uno strumento analitico utile per identificare le aree più critiche dove pianificare possibili azioni per mantenere un ambiente marino produttivo, sano e sostenibile, e per gestire e risolvere i conflitti tra sviluppo economico e salute ambientale.
Relational Thinking 